Sul Sole 24Ore una tabella che è come una bastonata in testa: perché di teste si parla, e anche di cervelli (di tutte le età!) che da molti anni sono costretti a scappare all’estero per impiegare i loro talenti.
Una sorpresa? No, perché basta accendere la televisione per rendersi conto del livello infimo in cui anno dopo anno è precipitato il nostro Paese: ultimo in Europa per livello di Cultura, penultimo per livello di Istruzione.
Dov’è il problema? Nelle scelte politiche miopi che rifiutano la Cultura come potente motore di benessere, e si ostinano a idolatrare il Pil, che invece basa il suo valore anche e persino sul consumo di medicine da parte dei malati terminali.
In termini di Cultura e Istruzione, dicono i dati, anche l’Italia è terminale come un malato: un Paese straordinariamente ricco di bellezza, storia, arte, scienza e genialità che si sta buttando via.
Anche a Milano è successo: si è compiuta la scelta miope di licenziare il primo Assessore alla Cultura che stava restituendo anima a una Città imbruttita da troppi anni di Amministrazione incolta e ignorante: una persona colta, preparata e capace di fare scelte politiche virtuose (qui l’articolo di Repubblica). Sostituito. La cultura, l’istruzione e l’intelligenza in Italia fanno paura? Un popolo ignorante si governa meglio attraverso la superficialità del pensiero unico? Sembrerebbe di sì.

Peccato però che le donne, nel suo infelice discorso, non c’entrassero niente (non è vero,