Attenti all’incipit: un gioco
179008_10151275277136157_1003287852_nSempre i miei meravigliosi maestri di scrittura Crovi e Pontiggia (dei quali ho già parlato qui) dicevano che basta leggere le prime righe di un romanzo per capire “se interessa o no”: usavano proprio queste parole. E poi, vai con gli esempi. Primo tra tutti «Una mattina Gregorio Samsa, destandosi da sogni inquieti, si trovò mutato in un insetto mostruoso»: come si fa a non proseguire nella lettura? impossibile. Oppure «In una sera di luglio insolitamente calda un giovane uscì dalla sua stanzetta, presa in subaffitto in vicolo S., e lentamente, come se fosse incerto, si avviò verso il ponte K. Idem, irresistibile. Per non parlare del memorabile «Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo. In casa Oblonski tutto era sottosopra.».
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È un gioco. Provate a mettervi davanti alla vostra biblioteca e scegliete qualche libro a caso: vi accorgerete delle differenze. E con un po’ di allenamento, saprete scegliere a colpo più sicuro la prossima volta che entrerete in una libreria Feltrinelli o Mondadori magari per curiosare le ultime novità. Perché così diceva anche un altro grande scrittore e critico letterario, Giorgio Manganelli, citato e rilanciato oggi dallo smaliziato webwriter caprese Riccardo Esposito, autore del blog My Social Web, che mi ha ispirato questo post. Si cambia il medium, e oggi si pratica lo storytelling persino in ambito commerciale. Ma l’efficacia del messaggio obbedisce sempre alle stesse regole.

(Per chi non associasse subito le citazioni degli incipit e gli autori, in ordine di apparizione: Kafka, La Metamorfosi; Dostoevskij, Delitto e castigo; Tolstòj, Anna Karénina). Buona lettura.

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2 Responses to “Attenti all’incipit: un gioco”

  1. Sono d’ accordo! Ma a volte ci sono romanzi che iniziano in modo stentato ma poi volano sempre più in alto, come quelli di Frank McCourt, che mi piace tanto. Un bel blog, complimenti!

  2. fiore ha detto:

    Grazie! 🙂