È tutto da rifare

«Oh, quanta strada nei miei sandali
quanta ne avrà fatta Bartali
quel naso triste come una salita
quegli occhi allegri da italiano in gita..»
bartali coppi10 uomi saggi (molto poco presentabili) incaricati di fare riforme che finora gli stessi uomini non hanno saputo e tantomeno voluto fare. Le donne escluse, perché l’Italia è un Paese only for men: come le riviste Playboy o Playmen che si usavano una volta, soppiantate oggi dal più fertile mercato del porno sul web. Qual è il messaggio forte e chiaro? Che l’Italia è e deve rimanere all’80° posto del Global Gender Gap Report 2012, sempre fanalino di coda di tutti gli altri Paesi (la Germania è al 13°, la Spagna al 26°, il Belgio al 12°, l’Olanda all’11°, l’Austria al 20°, la Gran Bretagna al 18°, la Svizzera al 10°, la Slovenia al 38°, come avevo già scritto qui). Eppure esiste anche nel nostro Paese una moltitudine di donne straingamba: ne ho conosciute tante anch’io seguendo le loro lezioni universitarie al corso Donne Politica Istituzioni (qui il mio articolo per Wise Society in cui ne parlo nei dettagli). Forse proprio quelle docenti, sparse nelle università di tutta Italia, avrebbero potuto essere le consulenti ideali per aiutare il Presidente Napolitano ad orientarsi nel meraviglioso mondo della Parità democratica. Invece no. Meglio negare che il cambiamento è necessario, una volta di più: ignorando che senza le donne la società non potrebbe neanche stare in piedi; e che la crisi non può essere risolta dai soliti noti, ma dal doppio sguardo di cittadini e cittadine. Finora le donne sono state scelte come figurine, quelle obbedienti al Capo (nei casi peggiori) oppure all’apparato di Partito (che dovrebbe essere il meno peggio, ma invece il risultato è altrettanto pessimo).

Come diceva il grande Bartali «L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare!». Ma Coppi e Bartali erano galantuomini di un altro tempo, rivali capaci di condividere in salita la stessa borraccia, nonostante la feroce competizione che li contrapponeva al Tour del France del 1952. La nostra politica, invece, a causa di insanabili rivalità, è stata capace di vanificare l’esito (e i costi!) delle ultime elezioni. jannacciAllora, continuando con le parole di Paolo Conte:

«E tramonta questo giorno in arancione
e si gonfia di ricordi che non sai
mi piace restar qui sullo stradone
impolverato, se tu vuoi andare, vai..
».

Risentiamole dalla voce del caro Enzo Jannacci, che qui a Milano ci ha appena  lasciato: in un mare di guai.

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