Buona buonissima facile da fare: farinata con verdure

farinataLa scrivo qui così le amiche che me l’hanno chiesta ce l’hanno sempre a portata di mano: è semplicissima. Si mescola la farina di ceci con l’acqua in rapporto 1 a 3 (250 di farina, 750 di acqua) e si lascia decantare la miscela tutta la notte. Il giorno dopo si aggiunge un po’ di olio (mezzo bicchiere? io ne metto meno). Si fanno saltare le verdure in padella (a piacere, oggi io ci ho messo porro zucchine e patate, ma va bene qualsiasi verdura). Sale, un pizzico di pepe, erbe aromatiche (salvia, rosmarino e timo). Si inforna in una teglia oliata per un’oretta circa, prima a fuoco alto e poi più basso. Fine.

Stasera la porto alla festa di compleanno della Paola, so già che come sempre tutti mi chiederanno la ricetta, perché è buonissima: viene una specie di torta salata, ma senza usare ingredienti di origine animale come burro ricotta o similari. È a prova di intolleranze, nutriente e salutare. Un piatto completo – anche pochissimo costoso, tra l’altro! – come tutte le ricette ispirate alla tradizione contadina italiana.

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Ho inventato la torta di riso

tortarisoMa potete inventarla anche voi: golosa e salutare nella misura e con gli ingredienti che preferite. L’importante è partire con 2 bicchieri di riso integrale (biologico, ovviamente), e il doppio di acqua per farlo cuocere senza disperdere le buone sostanze nutritive che contiene. Poi durante la cottura si aggiungono verdure a scelta: ieri ci ho messo porri (dalle molteplici virtù terapeutiche), topinambur (riequilibranti di glicemia e colesterolo), un cespo di radicchio rosso (depurativo al massimo).

erbearomatichePer aromatizzare timo, salvia e rosmarino (benefici a iosa!) che non mancano mai nel mio piccolo giardino domestico. E un cucchiaino di curcuma, che ci sta sempre bene perché è quasi una medicina. Alla fine, spento il fuoco, ho aggiunto pecorino grattugiato e formaggi di capra spezzettati (a chi non mangia formaggio suggerisco gli ottimi e saporiti Formaggi Veg che l’amica Grazia Cacciola (blog: www.erbaviola.com) insegna a preparare nel suo ultimo libro presentato in questo precedente post). Fatto. Poi basta infornare per un’oretta a fuoco medio, perché il pecorino faccia una deliziosa crosticina in superficie mentre la consistenza della torta si rapprende in modo da essere tagliata a fette.

Ultima notazione: è un piatto economico e tuttavia pregiato, perché ricco e calibrato dal punto di vista nutrizionale. Un format in cui basta cambiare gli ingredienti (al posto dei formaggi per esempio si possono utilizzare le lenticchie rosse con il curry della tradizione indiana… viene benissimo!) per sperimentare la torta di riso in molte fantasiose interpretazioni. In più, si sa: il riso integrale è un alimento che fa tanto bene a tutti, come ci dice qui il dottor Berrino. Si tratta quindi di un’idea interessante per conciliare salute e buona cucina.

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Buon Anno con i datteri

palmadadattero_fruttiVelocissimo, un consiglio importante ai miei 3680 e fischia amici Fb (molti di loro lo sanno già perché qualche volta abbiamo festeggiato il Capodanno insieme): a mezzanotte, brindando, tenere a portata di mano un po’ di datteri, mangiarli nel mentre si sorseggia, e poi tenere i noccioli di quelli mangiati, impacchettarli bene nel domopack e custodire il pacchettino sigillato per tutto l’anno nel portafoglio insieme alle monete. Capito a che cosa servono, vero?

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Io ho scoperto questo trucchetto nel lontano 1982 a Cuba: quando alle 18 circa ora locale, su un autobus che stava attraversando Plaza de la Revoluciòn dell’Avana, la mia amica Rossella ha tirato fuori dal giaccone una confezione di datteri portati da Milano e mi ha detto con estrema serietà “Se vuoi che sia un anno prospero economicamente, questi sono indispensabili“. Non avevamo con noi lo champagne, purtroppo. Ma la profezia si è realizzata ugualmente.

Dunque, per non sbagliare, la prima cosa che mi procuro per la mezzanotte della fine d’anno sono i datteri. Chi vuole, provi: anche perché i tempi dal punto di vista economico sono un po’ difficili per tutti, ognuno a modo suo. Poi l’anno venturo ci riparliamo (in trent’anni di questo rito, quella volta che non l’ho fatto me ne sono un po’ pentita. Da allora… prima di tutto i datteri. Con tanti auguri!

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Buon Natale Veg

Chi non conosce la cucina Veg in genere la snobba, si sa. Ma questo l’avevo già scritto nel post precedente dedicato alle prelibatezze della VegaChef Mara di Noia. Invece oggi mi riferisco a un’altra stella splendente del firmamento Veg, Grazia Cacciola, già autrice di molti libri e di quel blog Erbaviola.com dove si può trovare ogni genere di meraviglia alimentare, bricolosa e culturale: la quale Grazia ha da poco pubblicato un nuovo libro molto interessante. Per chi? Per chi ama mangiar bene, in tutti i sensi. E per quelli che preferiscono non consumare latte vaccino (e derivati), che sono sempre più numerosi a causa di strane sostanze presenti negli allevamenti  industriali, probabilmente all’origine di molte intolleranze. Il latte non è più quello di una volta, lo sappiamo; e infatti una volta le intolleranze non c’erano.

formaggiPer fortuna in natura e in commercio ci sono tanti altri tipi di latte (di soia, di riso, di orzo, di avena, di mandorle…) con i quali è possibile prepararsi in casa squisiti e salutari Formaggi Veg, titolo del libro (Edizioni Sonda, 224 pagine, 600 fotografie a colori con le istruzioni di ogni ricetta passo per passo; acquistabile in libreria o su Ibs qui).

Che cosa ho scelto, per cominciare? A pagina 109 la Robiola fresca, ideale per tartine o condimento di primi piatti. A pagina 148 la Crema di formaggio messicana, perfetta sui crostini o sulle patate arrostite alla brace. A pagina 180, le Pennette al sugo di noci, con ottima e salutare panna di soia.

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Ma c’è davvero da sbizzarrirsi, cimentandosi con l’autoproduzione domestica e seguendo i consigli della Grazia, di cui mi fido perché la conosco e so per certo essere una vera, autorevole buongustaia. Chi non è curioso di provare, si perde qualcosa: perché scoprire nuovi sapori, ricette e nuovi modi di cucinare è una delle cose più belle del mondo. Altrimenti il rischio è di trovarsi un giorno in un ristorante di Berlino a ordinare Spaghetti alla bolognese (ricetta tradizionale che a Bologna, tra l’altro, non hanno mai sentito nominare).

Dimenticavo: il libro di Grazia Cacciola è anche un bel regalo per Natale: pensando già al periodo post feste, dopo luculliane libagioni e impennate colesterol/glicemiche. Un po’ di cucina buona e sana fa sempre bene, anche sotto forma di auguri.

 

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A Milano, Happy Veg Hour

happyhourChi dice che la cucina vegetariana Veg è triste, avrebbe dovuto esserci l’altra sera al delizioso Happy Hour della VegaChef Mara Di Noia (qui la sua storia, nella mia intervista per il magazine Wise Society), che la sa molto lunga sulla golosità tanto quanto sull’alimentazione salutare: per le persone, per l’ambiente, e persino per i nostri amici a quattro zampe. rollsushiQualche esempio? Abbiamo assaggiato dei roll sushi fantastici, molto più buoni di quelli dei ristoranti giapponesi: peccato che tra gli ingredienti non ci fosse pesce (e sulla qualità del pesce dei ristoranti giapponesi stendiamo un velo..), ma l’immancabile alga nori, verdurine varie e tofu affumicato.
polpettineVogliamo parlare delle polpettine vegetali con l’hummus? Un classico, ma che squisitezza. risoDelle insalate di riso di tutti i colori e con legumi di ogni tipo? Di focaccette e pizzette insaporite dalle erbe aromatiche? E quella salsina verde che ho preso tre volte, insieme alle crudités? Divina.

Non posso svelare le ricette, perché non è il mio mestiere: Mara le insegna durante i suoi molteplici corsi di cucina (senza latte, senza lievito, senza glutine.. tutte le info sul sito www.vegachef.it) gazeboche si svolgono nello stesso posto piacevole e familiare dell’altra sera, Interno23 in viale Piceno 23 a Milano: un grande salone con angolo cucina superattrezzato, un megatavolo per mangiare tutti insieme ciò che si prepara, e un’accogliente terrazza con divani e gazebo per intrattenersi anche outdoor durante la bella stagione.

crostataObbligatorio però spendere qualche parola sulla bontà suprema dei dolci Veg: crostata di frutta (senza latte, burro, uova… incredibile!) e torta al cioccolato (idem) tagliata in morceaux quadrati che sono immediatamente andati a ruba: non è la prima volta che assaggio tortacioctorte di cioccolato vegane che surclassano quelle abituali straburrose, buone ma anche subito stucchevoli, stracaloriche e complicate anche da digerire. Ogni volta mi stupisco, ma invece è così. Dunque perché assassinarsi la salute pur di rimanere avvinghiati ai propri pregiudizi? Ma qui il discorso potrebbe svoltare a livello filosofico su tanti altri aspetti della vita, e sarebbe off topic.

genteMeglio gioire di un Happy Veg Hour con tanta gente simpatica e cordiale, accompagnato da bottiglie di un ottimo Prosecco di Valdobbiadene e, per gli astemi, da caraffe di tè verde Kukicha, considerato elisir di lunga vita dei monaci taoisti perché ricco di vitamine, sali minerali, polifenoli e flavonoidi (qui su Wikipedia tutte le proprietà, con tanto di studi bibliografici): ideale e piacevole da bere alla fine, per concludere una serata all’insegna della salute e del buon gusto.

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I love l’Uomo Nero

libroDopo il lancio del suo nuovo libro Osti sull’orlo di una crisi di nervi (Ed. Terre di Mezzo, 10 euro) pochi giorni fa alla Biblioteca del Parco Sempione, un altro happening lunedì 24 ore 19 alla libreria Malafarina (specializzata in cultura gastronomica) di Milano. Se appena posso ci torno, a sentire la presentazione (qui l’evento): perché è abbastanza uno spasso incontrare l’Uomo Mascherato Visintin, che per la cronaca è uno dei critici più temuti di Milano dai ristoranti (la sua rubrica molto seguita sul ViviMilano/Corriere della Sera è una mina vagante proprio nei confronti degli osti che a causa sua rischiano crisi di nervi).

ostiCattivo come l’Uomo Nero? No no, non è così, garantisco, nonostante le sembianze: Visintin è una persona molto amabile! È soltanto un Uomo Mascherato che ha la mania di visitare i ristoranti in incognito e a sorpresa, senza farsi riconoscere. Perciò non può mostrare la sua faccia, e preferisce intabarrarsi (come nella foto) anche in una torrida giornata di giugno, piuttosto che svelarsi a chicchessia. Un comportamento «irritante», per molti. «Etico», per altri. «Troppo etico!» per altri ancora. Però alla fine tutti adorano le sue recensioni, che guarda caso in questo modo corrispondono sempre a verità, senza fare sconti a nessuno. Mentre fanno anche parecchio ridere, invece. Insomma, vien proprio da dire “Chapeau!”. Sarà per quello che indossa sempre anche il cappello?

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Cibo criminale? Come evitarlo

cibocriminaleÈ il titolo di un libro-inchiesta appena uscito in cui si denunciano, dati alla mano, le più importanti truffe alimentari che avvengono sotto i nostri occhi di consumatori quasi sempre ignari: con i consigli per non cascarci. Pare proprio, infatti, che anche la dieta mediterranea sia diventata il nuovo business della mafia, altro che «made in Italy». E come accade negli altri settori, i controlli sono troppo pochi (ulteriori dettagli sul giro d’affari della criminalità organizzata nel settore agroalimentare in questo articolo di Repubblica).
Per esempio, mai comprare olio extravergine di oliva che costi meno di 6 euro: è italiano sull’etichetta, ma in realtà spagnolo o tunisino; contiene oli di soia trattati con betacarotene e qualche volta anche qualcosa di peggio. olioSu 9 bottiglie di olio evo, solo 7 sono autentiche e solo 4 sono italiane.  E così per i pomodori: su 4 lattine, 3 sono italiane per finta, perché confezionate con pomodori che arrivano dalla Cina compresi di muffe e scarti illegali. Mozzarella di bufala? Il 50% è fatta con latte straniero (India, Polonia, Lituania), e conviene comprarla solo se costa almeno 11 euro al chilo. Non parliamo neanche dei formaggi fusi: quelli invece sono fabbricati con latticini marci asiatici riciclati dalla camorra; meglio comprare formaggi con nomi veri come fontina, parmigiano, pecorino. E attenzione anche al prosciutto, per chi lo mangia: 1 su 4 soltanto è italiano, anche se marchiato Parma o San Daniele.

multicereali_multisemi_1024x765-e1330013600837-350x309Del pane avevo già parlato in questo articolo per Wise Society, sconsigliando a tutti di acquistare quello che i supermercati smerciano come pane fresco, e suggerendo invece la semplice ricetta per farlo in casa, con immensa soddisfazione. Conclusione: conviene autoprodursi tutto quello che si è in grado di fare. E le idee sono infinite. Per cominciare a organizzarsi, ottimo il blog della mia amica e maestra Grazia Cacciola, in arte Erba Viola: www.erbaviola.com

 

(Cibo criminale, Mara Monti/Luca Pozzi, Newton Compton Editori, pag. 250, euro 9.90)

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Buono il Seitan alla veneziana

seitanNon è indispensabile usare la carne per realizzare ricette gustose, e questo è un esempio. Il seitan è un cibo molto proteico, e anche salutare. Si trova ormai biologico in quasi tutti i supermercati: basta saperlo cucinare nel modo giusto. Alla veneziana, per dire. Quando lo preparo per i miei ospiti, piace a tutti.

1 confezione di seitan
cipolle (io uso i porri)
shoyu
Worcestershire Sauce
aceto di mele/balsamico
salsa di soia

Far rosolare il seitan tagliato a piccoli pezzetti in poco olio extravergine, aggiungere le cipolle (io uso i porri perché per chi è vegetariano  meglio evitare le cipolle, che pare interferiscano con il funzionamento delle sinapsi cerebrali) e rosolare ancora. Uno schizzo di Worcester, uno di shoyu, un po’ di aceto balsamico e un po’ di aceto di mele. Qualche minuto di cottura. Pronto. Tutto biologico, ovviamente: anche l’ultima aggiunta di salsa di soia che si acquista rigorosamente nei negozi bio (l’altra è tutta Ogm).

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Quel che resta del tofu

Alla cenetta di ieri sera dalla Patty in occasione del Carnevale e della finale di Sanremo ognuno portava un piatto della sua cucina personale. tavolataE così, dopo il sublime Casatiello di Luigi (sublime proprio), la Torta salata e le Polpettine vegetali opera della padrona di casa, i Porri gratinati di Maura, c’era il mio Tofu al curry con radicchio rosso porri e noci (accompagnato con riso basmati al vapore aromatizzato con cannella, chiodi di garofano e cumino): il famoso tofu, fonte preziosa di proteine (ne ho già parlato qui), che molti snobbano perché dicono che non sa di niente. tofu:nociOvvio, bisogna cucinarlo, come la stragrande parte degli alimenti (qualcuno ha mai mangiato una bistecca o un uovo crudi? non so, non devono essere tanto buoni). Fatto sta che il mio Tofu al curry ha cominciato a girare tra i commensali, e siccome mi sono distratta un attimo non ho fatto in tempo a fotografarlo nella sua integrità originaria che tutti già dicevano “ma che squisito, ma come l’hai fatto, che cosa ci hai messo?”. La ricetta è sempre quella che ho già postato qui, ho solo utilizzato verdure diverse. Quindi la foto non gli rende giustizia estetica. Ma meglio: perché con estrema modestia la voglio dedicare a una stimata editor milanese presente su Fb con il nome d’arte Faccio Testo, che si manifesta atea/miscredente per quanto riguarda la cucina vegetariana: presto la inviterò a cena, e so che convertirò anche lei. tortapavlovaPer la cronaca (di una vittoria annunciata), la cena si è conclusa con il trionfo di Marco Mengoni. Ci siamo consolati con la superba Torta Pavlova della Patty, meringa panna montata e frutti di bosco.

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Sono stata da Shiki: super!

internoshikiArrivi e subito ti viene offerto un calice di Prosecchino quello buono, già questo è un piacere. Sai che stai andando a mangiare soprattutto un pesce di ottima qualità che lo chef Alex sa tagliare secondo la cultura orientale, ma cucinare inventando originali ricette della tradizione mediterranea.

piatto shikiNoi per esempio abbiamo scelto Tentacoli di piovra ai pistacchi, Tartare di tonno con riso basmati e purea di avocado, Hamburger di salmone scottato su riso condito con alghe marinate e salsa teriyaki.

frittoshiki Non ho resistito al Fritto misto Shiki con zucchine e salsine varie. E nel cestino del pane c’erano pagnottine fatte in casa al sesamo, alle olive, integrali con le noci: deliziose. Volevamo assaggiare di tutto, e il bello di Shiki è che non ci sono schemi, si può ordinare ciò che si vuole e ogni piatto costa 7.50 euro. Perciò è perfetto anche un piatto solo per un gustoso spuntino prima o dopo il cinema (l’Anteo è proprio lì a due passi) con magari un dessert prelibato (euro 6,50).

tiramisuNel nostro caso non ci siamo fatti mancare il particolare Tiramisù destrutturato di Alex del quale avevamo sentito parlare, e la Pasta fillo con panna montata e fragole, entrambi golosi ma anche leggeri.

fragoleAbbiamo bevuto un Gewürztraminer da urlo, e lo si capiva anche senza essere veri intenditori: fruttato, speziato, leggermente affumicato. Si mangia con le bacchette o con le posate, a piacere. La cucina è aperta fino a mezzanotte. La musica è bassa in sottofondo, poi aumenta di volume e viene quasi voglia di ballare. Luci soffuse e atmosfera simpatica. Sì, insomma, lo Shiki è un ristorante tutto diverso dagli altri. E si sta proprio bene.

shikismallMilano, via Solferino 35
per prenotare dalle 19.30 in poi
02 29003345

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