Fine dell’8 marzo? Omaggio a Isotta Gaeta

Non mi ha mai parlato di mimose la cara amica Isotta Gaeta, che ho avuto il privilegio di frequentare negli ultimi anni della sua vita fino al 2009 ogni volta che lasciava Nizza per tornare a Milano (qui la sua biografia e qui la rassegna stampa con il ricordo di Franco Siddi presidente della Fnsi). isotta2Isotta mi ha insegnato tante cose: non a detestare le mimose, perché entrambe le amavamo in forma di albero quando fioriscono precocemente in Costa Azzurra durante l’inverno. Isotta, partigiana dalla nascita e vera femminista ante litteram, mi ha insegnato a diffidare dalla superficialità con la quale viene sbandierata l’8 marzo Giornata Internazionale della Donna. «Festa della Donna? ma di quale Donna? delle servette del potere maschile?» così diceva. E aveva ragione, c’è poco da festeggiare. Chissà che cosa direbbe Isotta oggi che il femminicidio è diventato un problema sociale. antonyDirebbe forse qualcosa di simile a quello che ha scritto oggi un’altra intelligente amica su Fb: « Ricordatevi che a educare quello che poi è diventato un maschio adulto stronzo misogino e violento ha provveduto al 99% una donna», alla quale ho risposto «E infatti, facciamo in modo tutti, uomini e donne, che quel maleducato maschio misogino e violento si liberi della madre che è dentro di lui». Proprio come Antony Perkins nel famoso film di Hitchcock, regista alquanto misogino pare, ma così geniale da avere già capito tutto. A proposito, oggi ore 18.30 alla Feltrinelli di piazza Piemonte c’è la presentazione del nuovo libro di Loredana Lipperini Di mamma ce n’è più d’una. Ciao Isotta, sei sempre viva e lotti insieme a noi.

lipe

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