Scerbanenco e le donne

scerbanencoSto rileggendo Scerbanenco, grande scrittore italiano del Novecento: prolifico come Simenon in Francia, e altrettanto sottovalutato forse proprio in virtù dello stesso understatement letterario con cui entrambi scrivevano le loro indagini poliziesche, addentrandosi nei labirinti oscuri della psiche umana.

venere privataCosì mi trovo ieri sera, evitando i talk show sulle già storiche dimissioni del Papa, a pagina 121 di Venere privata, dove leggo la frase «Adesso usano le donne per la pubblicità di qualsiasi cosa». “Usano”, fa dire Scerbanenco al suo poliziotto Mascaranti incaricato di far luce sulla morte di Alberta Radelli, trovata uccisa alla periferia di Milano. Assassinata come la sua amica Maurilia Arbati, insieme alla quale cercava di sbarcare il lunario tra lavori leciti e non, facendosi sfruttare dagli uomini.

Ora, Venere privata (primo romanzo del ciclo Duca Lamberti) è stato pubblicato nel 1966, 47 anni fa. E ancora oggi, più che mai, le donne vengono sfruttate nelle pubblicità volgari che ne umiliano la dignità personale. Peggio, sempre più donne vengono uccise. Al punto che in questi ultimi anni è stato necessario coniare il neologismo femminicidio per identificare gli omicidi di donne in quanto donne: quasi sempre desiderose di sottrarsi alla violenza da parte degli uomini (secondo i dati ONU, 1 donna uccisa ogni 3 giorni, di cui il 70% all’interno di violenze domestiche che in Italia rappresentano l’85% della violenza sulle donne).

no-more-femminicidioServono politiche adeguate, anche e soprattutto culturali, che in Italia non ci sono. Ecco perché è nata la Convenzione NO More!, firmata dalle più importanti associazioni femminili (tutti i particolari in questo articolo di Vittoria Tola su MicroMega). Doveroso un commosso omaggio a Giorgio Scerbanenco, scrittore illuminato che aveva già capito tutto.

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